mercoledì 24 novembre 2010

"Arrighini suona Verdi" tra qualche giorno finalmente su CD!!!!


Quest'anno, per Natale, mi regalerò il mio CD dal titolo "Arrighini suona Verdi", un omaggio al grande Giuseppe Verdi e che rappresenta in modo particolare il 150enario dell'Unità d'Italia del 2011.

Nella mia ormai 35ennale carriera pianistica è uno dei dischi più importanti, una delle tante volte in cui ho deciso di "muovermi" dalla mia area di agio per correre dei rischi.....

Momenti in cui sto cercando qualcosa, che magari nemmeno io so di preciso cosa, ma che una vocina dentro di me sente e deve seguire......

Contaminazione della grande Lirica e dell'Opera col Jazz

"Puccini Jazz"del 2008 aveva dato l'inizio del mio viaggio di contaminazione della grande Lirica e dell'Opera italiana con il Jazz;2 CD, piano solo e trio con orchestra d'archi (i Solisti di Perugia) e prodotti rispettivamente dalla Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago e da Umbria Jazz.

Io sono amante della Lirica, mio padre era un grande conoscitore dei grandi melodrammi nostrani, soprattutti le Opere di Verdi e Puccini, di quelle sapeva tutto nei minimi dettagli.

E credo di avere quindi nei geni la passione per questa forma d'arte e di espressività tipica italiana, pensare che alcuni dicono di me che sono in certi momenti un pò drammatico......

Rivisitare la Lirica in Jazz è cosa non da poco, il rischio di fare un lavoro che lascia il tempo che trova è altissimo, credo che la passione sia fondamentale per evitare il flop....come dice un mio caro amico, "la passione fa sempre la differenza".....

Comunque rivisitare Verdi è sicuramente più difficile di rivisitare Puccini, gli addetti ai lavori sanno bene quanto ci sia già di Jazz nell'armonia pucciniana, molto più che in Verdi, dove il movimento tonica-dominante è alla base di molte sue composizioni.

A me l'arduo compito quindi di sperare di aver fatto un buon lavoro e, soprattutto, nel modo più fluido e naturale possibile.

Sarò mia cura farTi sapere appena ci saranno novità sull'uscita del CD, prevista, all'incirca, per la prima decina di dicembre.

A presto,

Riccardo Arrighini,
"Il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz"........

giovedì 18 novembre 2010

Il pianista che ha rivisitato Classica e Lirica col Jazz domani a Spoleto...

Rivisitazione dei Grandi Classici in Jazz domani a Spoleto

salve,

domani sera 19 novembre sarò a Spoleto in piano solo, occasione in cui presenterò "I Grandi Maestri della Classica", una carrellata di "hits" dei nostri grandi compositori, ovviamente da me rivisitati in chiave Jazz, che presenterò al Palazzo Pianciani nell'ambito della serata "Arte e Musica".

Sono ansioso di vedere cosa avrà preparato per me il mio amico Marco Agujari, bravissimo organizzatore di eventi musicali e non, e che ha ideato e organizzato per me questo appuntamento.

Spoleto è famosa ovviamente per il "Festival dei due Mondi" e so che ad attendermi in platea ci saranno personalità importanti e, spero, anche qualcuno del settore.

Sono curioso di vedere come reagirà un pubblico appassionato della Classica e Lirica, e con tale tradizione nelle orecchie, nel sentire le mie rivisitazioni in chiave jazz di grandi temi classici famosi.

In genere nel pubblico, quello che viene a vedere me, gli addetti ai lavori non sono mai la maggior parte, anzi sono pochi....vengono per lo più persone che hanno voglia e curiosità di ascoltare temi famosi rifatti in modo meno "casto".....

E spesso rimangono molto soddisfatti nel riconoscere le melodie dei grandi compositori rivisitate con ritmo, riarmonizzazioni e improvvisazioni.

Come contaminare la musica Classica?

Semplice, basta amarla ed amare il Jazz!!!
Scherzi a parte, la cosa non è semplice perchè la Classica, a differenza della Lirica, ha delle forme più complesse e spesso non è così facile tradurle in Jazz.

Il Jazz si è sempre appoggiato, per improvvisare su un giro armonico, su forme chiuse tipo canzone, quindi "jazzare" un'aria d'Opera è relativamente facile perchè la forma è già tipo canzone.

Nella musica di Chopin, Bach, Beethoven la forma è molto più complessa ed è più rischioso restringere il tutto si rischia di "comprimere la musica" e di toglierle naturalezza.

Coll'esperienza-io ho rivisitato già 2 giganti come Vivaldi (le 4 stagioni) e Chopin in piano solo- piano piano si trova la chiave che stasera Ti svelo:

Basta improvviasare le forme!!! Vale a dire imparare le forme del brano così come lo ha scritto ed ideato l'autore poi lasciarsi andare....dove ti porta l'orecchio...

So che può sembrare paradossale, ma come improvvisi su un giro armonico così puoi improvvisare le strutture e "mescolare" le sezioni del brano.

Appena uscirà il mio disco-già registrato- sui Grandi Maestri della Classica Te ne parlerò ancor più nel dettaglio...chissà che dopo non ti venga la voglia di acquistarlo!!!

Un abbraccio,

Riccardo Arrighini,
"Il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz"........